Può insegnargli a parlare con i suoi genitori?
Ehm, no, non posso "insegnarglielo", ma possiamo conoscere un modo per comunicare meglio e allenare le nostre capacità di ascolto.
Massimo ha delle difficoltà a dialogare con suo figlio di 17 anni e mi ha chiesto di intervenire. Uno degli ostacoli maggiori nella comunicazione tra genitori e adolescenti è la costante sensazione di non essere ascoltati o compresi e questo accade da ambo le parti in gioco. Spesso i conflitti e le incomprensioni derivano involontariamente da risposte automatiche, da aspettative non esplicitate o da esigenze inespresse.
In ogni adolescente esiste una sorgente interiore di potenziale, una volontà spesso nascosta che cerca espressione e che spesso si manifesta attraverso l'incertezza o la ribellione nei confronti di papà o mamma. Non sempre ce ne ricordiamo. Come genitori non possiamo porci unicamente come dei "correttori" di rotta, ma possiamo provare a porci come co-costruttori del loro senso di sé. Se ci liberiamo dall'idea di doverli plasmare e ci apriamo alla possibilità di essere con loro nel loro divenire, li faciliteremo nell'arduo compito di trovare la loro strada con maggiore autenticità.
Un giardiniere non forza la crescita dei fiori ma crea un ambiente fertile, anche noi possiamo offrire ai nostri figli uno spazio di ascolto, sostegno e accettazione, perché si sentano liberi di esplorare la loro unicità.
Il coach psicosintetista non si sostituisce ai genitori e invita a guardare l'adolescente allenando l'attitudine a trasmettere valori e esperienze, evitando di imporsi a tutti i costi o di sminuire le posizioni dei figli. Con un percorso di coaching si possono trovare spunti e conoscere tecniche per accompagnare i nostri figli e le nostre figlie senza identificarci con loro e senza la pressione di guidarli troppo rigidamente.
Marco Cremonte - Ti meriti un coach